Benessere: cos’è e come costruirlo

Benessere: cos’è e come costruirlo

L’intervento psicologico tende ad essere visto come esclusivamente diretto a ridurre un malessere, derivante da una condizione patologica, al fine di ristabilire sufficienti condizioni di salute personali. Tuttavia questo non è l’unico campo di applicazione della psicologia, che è impegnata attivamente a ricercare strategie per migliorare la qualità di vita e quindi implementare il benessere degli individui. Nello specifico, la Psicologia della Salute ha posto l’accento sulla promozione del benessere, fornendo suggerimenti preventivi e protettivi tesi a favorire lo sviluppo di risorse personali, quali la resilienza (capacità di resistere agli urti della vita) e il senso di efficacia, utili a ridurre i fattori di rischio che predispongono a patologie sia psicologiche che organiche.

Il benessere e la qualità di vita sono la risultante di tre fattori: 1 un corpo in salute; 2 una mente sana, in grado di integrare e regolare l’esperienza soggettiva, al fine di costruire una narrazione coerente di sé nel tempo; 3 la capacità di stringere e mantenere rapporti significativi con gli altri. Il detto latino mens sana in corpore sano tralasciava un aspetto fondamentale nel determinare il benessere degli individui, quello delle relazioni intime e degli scambi sociali. Studi scientifici sulla plasticità cerebrale dimostrano come le relazioni siano in grado di plasmare struttura e funzionamento del nostro cervello, permettendo lo sviluppo di funzioni vicarie a quelle deficitarie, inoltre attraverso il reciproco scambio l’individuo ha la possibilità reperire risorse altrimenti inaccessibili se vivesse isolato, senza scambi con gli altri.

L’epoca attuale, contrassegnata da una molteplicità di stimoli e dalla velocità con cui dobbiamo elaborarli, porta necessariamente a dirigere la nostra attenzione su una serie di attività diverse in rapida successione, innalzando i livelli di stress e lasciandoci poco tempo per fruire dell’esperienza immediata del “qui e ora”. La frenesia in cui siamo immersi quotidianamente porta spesso a proiettarci nel futuro, cercando di anticipare i tempi, così come altrettanto frequentemente ci troviamo a rimuginare su eventi passati, rimanendo ancorati ad essi e perdendo di vista il momento attuale. Questa tendenza rappresenta un ostacolo per il raggiungimento del nostro benessere perché ci  impedisce di assaporare il momento presente, facendoci perdere molti pezzi della nostra esperienza. Ciò va a minare il senso di coerenza e integrità della nostra persona, portandoci ad una minore flessibilità di fronte alle situazioni e quindi ad una minor capacità di adattamento al mondo.

Ogni stato della nostra mente andrebbe invece accolto e ascoltato per come si presenta, adottando un atteggiamento di apertura verso tutte le sfide che la vita ci offre, consapevoli che perfino i pensieri e i sentimenti spiacevoli possono essere importanti fonti di chiarificazione e di costruzione di ciò che siamo.

Gli sforzi che ognuno di noi dovrà mettere in gioco per raggiungere e migliorare il proprio stato di benessere sono differenti, ma quello che si può affermare con certezza è che ognuno di noi ne ha le possibilità, cercando di adottare un atteggiamento di apertura e flessibilità verso l’esperienza che permette di sperimentare quello stato di connessione tra sé, gli altri e il mondo che ci consente di accogliere ogni istante come fondamentale nel continuo processo di costruzione di noi stessi.

Non esiste quindi una ricetta universale per migliorare la propria qualità di vita, ma esistono una serie di pratiche che possono agevolare questa continua ricerca, perché aiutano ad equilibrare e integrare i tre livelli corpo, mente e relazioni, in modo che funzionino armoniosamente.

Daniel J. Siegel, Psichiatra presso la facoltà di Medicina della University of California di Los Angeles, insieme al collega David Rock del Neuroleadership Istitute, hanno stilato un “Menù per una mente sana” (fig 1), un vero e proprio piatto da portata su cui sono raffigurati sette ingredienti fondamentali per una corretta “assunzione” di benessere quotidiano. L’idea degli autori è quella di fornire una serie di suggerimenti per attività quotidiane “salutari” per la mente, su cui concentrare l’attenzione durante il loro svolgimento.

 Fig.1 “Menu per una mente sana” tratto da Siegel D. J., Mappe per la Mente, Raffaello Cortina Editore,2014.

  1. Il tempo della concentrazione: tempo durante il quale si presta particolare attenzione ad un’unica attività con interesse ed energia, questo induce modifiche nell’ambiente chimico del cervello che ne potenziano le capacità di crescita e di apprendimento. Il principale ambito in cui questa attività si esprime è lo studio o il lavoro che richiedono un’attenzione focalizzata per un periodo prolungato. Questo “ingrediente” risulta fondamentale per il nostro benessere perché rallenta il deterioramento cognitivo prevenendo lo sviluppo di patologie come le demenze.
  2. Il tempo del gioco: tempo dedicato ad attività spontanee, ludiche e creative che generano sensazioni piacevoli nella persona. Giocare fa bene perché permette di dedicarci all’esperienza momento per momento, in modi nuovi e creativi, senza programmi prestabiliti, dando vita a nuove forme di conoscenza di sé e di interazione con gli altri e con il mondo. La giocosità non va tuttavia confusa con il praticare attività sportive agonistiche, basate su regole e cariche di aggressività. Durante questo momento si deve abbandonare la ricerca di uno scopo preciso per lasciarsi guidare dall’immaginazione e dalla creatività. Mentre usciamo dai confini dei nostri abituali modi di fare e di essere il nostro cervello sperimenta e immagazzina nuovi modi di funzionare, utilizzabili poi in altri contesti.
  3. Il tempo della relazione: gli studi sulla salute, sulla longevità e sulla felicità hanno individuato un comune denominatore alla base di questi aspetti: l’intrattenere relazioni positive. La nostra vita, per essere in equilibrio e orientata al benessere, deve trovare spazio per la ricerca di un’unione con gli altri e con la natura. Nel contatto con gli altri abbiamo la possibilità di integrare l’immagine di noi stessi con quello che la società ci restituisce, si può affermare che le relazioni forgino la mente. Proprio per questo, instaurare relazioni all’insegna del rispetto, della gentilezza e del sostegno reciproco significa poter sperimentare un senso di comunione e armonia con gli altri che porta giovamento non solo al singolo ma all’intera comunità.         Un’altra dimensione del tempo relazionale è il rapporto con la natura, l’aspetto relazionale della nostra mente non si rivolge solo agli altri essere umani, ma intrecciamo rapporti anche con il pianeta. Prendersi del tempo, ogni giorno, per entrare in contatto con la natura, significa promuovere il proprio benessere mentale. In questi momenti possiamo sperimentare quella sensazione, non solo di unione verso i propri simili, ma come parte fondamentale della vita sulla Terra.
  1. Il tempo del movimento: tempo dedicato allo svolgimento di attività fisica, preferibilmente aerobica. L’eccessiva sedentarietà in epoca moderna è un problema diffuso e direttamente correlata allo sviluppo di diverse patologie organiche. Alcuni studi mostrano tuttavia come si goda dei benefici dell’attività fisica solo se questa è praticata volontariamente. La sfida è quindi trovare, per ognuno di noi, la motivazione e la forma più adatta di svolgere questa attività, cercando gradualmente di inserirla nella routine quotidiana, facendola quindi diventare abituale.
  2. Il tempo dell’interiorità: tempo dedicato alla riflessione interiore su sensazioni, immagini, emozioni e pensieri. Questa attività ha un diretto risvolto sul benessere favorendo la capacità del cervello di integrare gli stimoli interni ed esterni permettendoci di acquisire una migliore conoscenza consapevole del nostro funzionamento mentale e interpersonale. La riflessione sul mondo interiore, condotta in modo da stabilizzare l’attenzione, come nelle pratiche di meditazione, porta allo sviluppo di uno stato ricettivo, di apertura, che oltre ad implementare le capacità attentive stesse, si riverbera positivamente sul sistema immunitario, sulla capacità di regolare le emozioni e l’interazione con gli altri. Il tempo dell’interiorità è per il cervello quello che l’esercizio fisico è per il corpo.
  3. Il tempo dell’ozio: tempo dedicato al rilassamento dove l’attenzione è aperta e non diretta ad uno scopo. La sensazione di aver sempre qualcosa da fare e di essere sommersi dagli impegni sono dannose per la nostra salute, mettere ogni tanto il cervello in stand-by gli permette di ricaricarsi e rigenerarsi. In questi momenti, anche se siamo svegli, il cervello può riorganizzarsi e consolidare l’apprendimento. Trovare del tempo in cui rilassarsi è fondamentale per mantenerci in salute e deve quindi diventare un “ingrediente” fondamentale della nostra dieta quotidiana.
  4. Il tempo del sonno: il sonno ristora il corpo e ripara dalle fatiche fisiche della giornata, inoltre è il momento principale in cui il nostro cervello consolida quanto appreso. Quando il sonno ha una durata o una qualità insufficiente può verificarsi una compromissione dell’apprendimento, inoltre la mancanza di sonno riduce la capacità di prestare attenzione durante il giorno e modifica il metabolismo aumentando il rischio di obesità. I ritmi della vita moderna alterano quello che sarebbe il naturale ciclo sonno-veglia, riducendo le ore necessarie al riposo, con tutte le conseguenze sfavorevoli sopra elencate, protraendosi nel tempo questa condizione ci espone a forti rischi per la nostra salute e il nostro benessere.

Quello presentato non vuole essere un modello esaustivo delle condizioni che favoriscono un maggior benessere, molti altri fattori risultano determinanti nel garantire un buono stato di salute, ad esempio l’alimentazione, le condizioni socio-economiche e i fattori genetici.

Le pratiche presentate aiutano la mente a dirigere in modo intenzionale l’attenzione al fine di intervenire positivamente sul funzionamento del cervello e delle relazioni interpersonali; il suggerimento è quello di trovare uno spazio per ognuna di queste attività, equilibrandole in maniera armoniosa nella nostra quotidianità.

 

Bibliografia

  • Daniel J. Siegel, “Mappe per la mente. Guida alla neurobiologia interpersonale.” Raffaello Cortina Editore, 2014, 37-1/8, 40-1/10